Iniziativa: "Cosmetici e sperimentazione animale"

0. Introduzione
1. Cosa viene definito prodotto cosmetico e cosa impone la legge
2. Lo Standard internazionale "Non testato su animali" e le etichette
3. Le ditte "cruelty-free": quali sono e dove trovare i loro prodotti
4. Scarica il pieghevole pronto da stampare e distribuire! CLICCA QUI



È ufficiale: dall'11 marzo 2013, in Europa è entrato in vigore il divieto totale per i test su animali degli ingredienti realizzati per i prodotti cosmetici. Rimane comunque valido lo Standard Internazionale cruelty-free, perché vi sono alcuni casi non coperti e comunque il divieto non vale per i detersivi. Maggiori informazioni alla pagina: www.agireora.org/info/news_dett.php?id=1360



Lo Standard internazionale "Non testato su animali" e le etichette

Ad oggi, il test sul prodotto finito è vietato in Europa, così come la vendita di prodotti realizzati e testati fuori Europa. I test avvengono invece sui singoli ingredienti: è il test fatto sugli ingredienti a essere la discriminante tra prodotto "cruelty-free" o meno.

La definizione di "cruelty-free" è opinabile: potremmo definire cruelty-free solo quelle ditte che usano ingredienti della positive list (ingredienti presenti sul mercato prima del 1976, anno in cui è entrato in vigore l'obbligo dei test su animali specifici per i cosmetici), ma ormai quasi nessuna azienda è in grado di soddisfare questo criterio così stringente.

È nato così lo Standard internazionale "Non testato su animali" che dà una definizione meno stretta ma completamente accettabile ed efficace. Una ditta, per essere cruelty-free nel senso stabilito dallo Standard stesso deve:

non testare su animali il prodotto finito, né commissionare a terzi tali test sul prodotto finito;
non testare i singoli ingredienti, né commissionare a terzi questi test;
per gli ingredienti comprati già testati dai fornitori, deve dichiarare che questi test sono avvenuti prima di un dato anno a sua scelta (per esempio, 1995), e impegnarsi a non comprare ingredienti testati dopo quell'anno.

Così facendo, non si incrementa di fatto la sperimentazione su animali, solo che la data non è il 1976 ma un'altra data scelta da ciascuna azienda.
Ovviamente, questi prodotti non sono cruelty-free nel senso che i loro ingredienti non sono mai stati testati su animali, e questo vale anche per quelli che usano ingredienti delle Positive List, perché anche la maggior parte di quegli ingredienti sono stati, in qualche momento del passato, provati su animali. Ma sono cruelty-free nel senso che non incrementano la sperimentazione su animali.
Quel che è fatto è fatto, ma da un certo anno in poi nessun animale in più dovrà morire per creare questi prodotti.



Ingredienti di origine animale

La definizione di cruelty-free legata allo Standard comprende solo la questione dei test su animali, ma non l'eventuale provenienza degli ingredienti usati. Vale a dire che, quando si dice "cruelty-free", in questo ambito ci si riferisce SOLO ai test, alla vivisezione, NON al fatto di utilizzare in un dato prodotto degli ingredienti di origine animale. Però, dato che gli ingredienti di origine animale derivano TUTTI da sfruttamento e uccisione di animali, vanno evitati lo stesso. Quindi, all'interno dei prodotti cruelty-free per l'aspetto vivisezione, vanno scelti solo quelli senza ingredienti di origine animale.

Questi ingredienti sono: grassi animali, olii animali, gelatina animale, acido stearico, glicerina, collagene, placenta, ambra grigia, muschio di origine animale, zibetto, castoreo, latte, panna, siero di latte, uova, lanolina, miele, cera d'api.

Le ditte che aderiscono allo Standard per lo più evitano di usare questo genere di prodotti, quindi sono cruelty-free anche sotto questo punto di vista, ma conviene controllare gli ingredienti prima dell'acquisto.


Etichette

Le etichette - simboli e diciture più o meno dettagliate - trovate su cosmetici e detersivi non hanno alcun valore per quanto concerne l'adesione allo Standard di cui sopra, e quindi l'effettiva assenza di "crudeltà" nel prodotto in questione.

La dicitura "Non testato su animali", "Contro i test su animali", "Testato clinicamente", "Testato dermatologicamente", oppure il simbolo del coniglietto non hanno alcuna importanza, perché per lo più indicano solo che il prodotto finito non è testato, ma questo, come abbiamo visto, vale per tutte le ditte, e non è quindi una discriminante. Ciò che veramente importa è che i singoli ingredienti non siano testati su animali. E questo non è assicurato da alcuna dicitura o simbolo. O meglio, esiste un simbolo che rappresenta lo Standard, il "leaping bunny" (coniglietto che salta) circondato da alcune stelline, ma è riportato solo su pochi prodotti aderenti allo Standard.

Quindi, la discriminante per essere cruelty-free è l'adesione allo Standard, ma questo non è riportato in alcuna etichetta: occorre conoscere la lista delle ditte che hanno aderito formalmente allo Standard internazionale "Non testato su animali".



0. Introduzione
1. Cosa viene definito prodotto cosmetico e cosa impone la legge
2. Lo Standard internazionale "Non testato su animali" e le etichette
3. Le ditte "cruelty-free": quali sono e dove trovare i loro prodotti
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